I brand corrono ai ripari contro le fake news

Dalle falsità sulla politica a quelle sui brand

Dopo aver condizionato il dibattito politico nel 2016, le fake news si preparano ad avventarsi sulle società private nel 2017.

Pepsi potrebbe essere stata la prima vittima di questo nuovo capitolo. I sostenitori del presidente eletto Donald Trump hanno portato avanti un boicottaggio di Pepsi dopo un articolo falso nel quale si diceva che l’amministratore delegato di PepsiCo Indra Nooyi avrebbe detto ai fan di Trump di “portare il loro business altrove”.

Così altri siti di notizie false hanno pubblicato la “notizia” e promosso il boicottaggio. Hanno in pratica sostenuto questa falsità in modo scorretto causando il crollo delle azioni PepsiCo del 5 per cento.

Le aziende e le organizzazioni non-profit ora dovranno monitorare più da vicino le notizie e le reazioni online. Una diagnosi precoce e una reazione pronta per confutare la storia possono ridurne al minimo la diffusione virale delle fake news.

Questo è il modo per prevenire gravi danni alla reputazione aziendale.
Le fake news hanno riempito la stampa, il web e soprasttutto i social network (in particolare Facebook) durante la campagna presidenziale americana. Un’analisi di BuzzFeed News ha scoperto che le migliori notizie false sulle elezioni ha generato un coinvolgimento totale su Facebook più alto rispetto alle notizie vere più importanti riportate dalle 19 principali agenzie di stampa. Le storie false hanno prodotto 8,7 milioni di azioni, reazioni e commenti, rispetto ai 7,3 milioni di notizie mainstream.

Stessi trucchi ma target diversi

I siti web che producono e diffondono notizie false continueranno a fare il loro lavoro, soprattutto ora che hanno anche imparato come guadagnare introiti pubblicitari rilevanti.

La lista dei possibili promotori è  ancora più ampia: aziende concorrenti, attivisti che portano avanti cause contro il loro datore di lavoro, operatori di borsa, ed ex clienti con rancori.

Zuckerberg, dopo aver negato il problema, è passato ad una versione diversa: “Noi crediamo nel dare voce alla gente, il che significa permettere alla gente di condividere quello che vuole, quando possibile. Dobbiamo stare attenti a non scoraggiare la condivisione di opinioni o di limitare erroneamente contenuti precisi. Noi non vogliamo essere arbitri della verità, ma piuttosto affidamento fidarci della nostra comunità e terze parti”.

Ora che tutti stanno cercando un metodo valido contro le fake news, sembra che il ritardo accumulato sia comunque troppo ampio per riuscire a impensierire la florida industria delle fake news.

Come possono reagire le aziende

La cosa migliore per le società è monitorare attentamente tutti i media, tradizionali e digitali, tramite la rassegna stampa ed il media monitoring a 360 gradi. Per questo è importante affidarsi a servizi strutturati che raccolgano ogni singola notizia evidenziandone il diverso livello di rilevanza al cliente.

In Italia è L’Eco della Stampa a vantare il Team di monitoraggio più ampio, potendo contare su oltre 150 operatori che conoscono il panorama mediatico nazionale ed internazionale alla perfezione.

Grazie al monitoraggio web e social media le notizie in tempo reale possono essere subito rintracciate, i nostri alert email possono essere impostati a seconda delle necessità ed a breve la App mobile Ecostampa avrà la funzione per le notifiche push.

I professionisti della comunicazione possono procedere così:

  1. Seguire da vicino i siti web noti per la produzione di notizie false grazie al monitoraggio.
  2. Rilasciare immediatamente dichiarazioni alla stampa e post di social media per negare bugie e notizie false.
  3. Comunicare la realtà delle cose e portare alla ribalta la storia vera.
  4. Lavorare con gli ambasciatori del marchio per contrastare la disinformazione.

Il numero e la frequenza delle fake news continuerà ad aumentare nonstante gli sforzi per contrastare il problema. Sta a noi proteggerci e reagire prima.

 

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