Come riconoscere una fake news?

fake news

Era ampiamente prevedibile: le fake news invadono ormai anche il mondo dell’informazione in Italia.

Da Gennaio ad oggi ben 10.802 articoli tra stampa e web hanno parlato del problema “fake news”. Sono oltre il triplo rispetto allo stesso periodo nel 2017!

Il fatto che questa esplosione coincida con il periodo di campagna elettorale non è certamente un caso. Il termine “fake news” viene spesso incluso negli attacchi contro avveersari politici ed usato come difesa dalle calunnie più inguiriose.

Per enti e organizzazioni che si interrogano su come risolvere il problema è invece una ottima occasione di studio.

Anche L’Eco della Stampa, monitorando costantemente tutto quello che avviene sui media tradizionali e digitali, sente la responsabilità che deriva dall’occupare questo punto di osservazione privilegiato. Così nel 2017 abbiamo vinto il finanziamento di Google grazie ad un progetto in collabrazione con Cefriel parte della Digital News Initiative.

Ora che il materiale per testare i sistemi è molto più consistente, ci sorge una piccola domanda.

Che cosa è veramente una fake news?

Questo ce lo dice Wikipedia:

Il termine inglese fake news (in italiano notizie false) indica articoli redatti con informazioni inventate, ingannevoli o distorte, resi pubblici con il deliberato intento di disinformare o diffondere bufale attraverso i mezzi di informazione. Tradizionalmente a veicolare le fake news sono i grandi media, ovvero le televisioni e le più importanti testate giornalistiche. Tuttavia con l’avvento di Internet, soprattutto per mezzo dei media sociali, aumentando in generale la diffusione delle notizie, è aumentata proporzionalmente per logica conseguenza anche la diffusione di notizie false.

Evidentemente Internet ha permesso che il fenomeno fake news prendesse dimensioni mai viste prima.

Il “periodo di adattamento” da parte delle testate giornalistiche tradizionali sembra invece concluso. Almeno per quanto riguarda la carta stampata.  Anche grazie alla maggior disponbilità di tempo per verificare le notizie, le fake news a mezzo stampa sono quasi scomparse.

Questo potrebbe cambiare qualcosa anche per quanto riguarda la definizione stessa del termine. Il fatto che online le fake news possano nascere anche da un post social scritto in totale buona fede cambia molte cose.

Ma procediamo con ordine.

Quali sono gli aspetti da considerare per identificare una fake news?

Di seguito elenchiamo alcuni fattori indispensabili per riconoscere una fake news ed eventualmente distinguerla da una bad news.

1. La data e l’ora

Spesso vengono scambiate per fake news notizie reali datate anni o mesi prima. Quando la data invece è futura (succede anche questo!) è probabile che si tartti di una vera e propria fake news.

Una breve verifica su Google News ci permetterà di capire se è una tempistica credibile o meno. Anche il tempo materiale di stesura dell’articolo deve essere preso in considerazione.

Di solito la fretta porta pessimi risultati. Anche una notizia pubblicata troppo velocemente potrebbe contenere un numero di errori tale da poterla catalogare come fake news a tutti gli effetti.

2. La fonte

Chiuque analizzi la veridicità di un articolo, non potrà mai prescindere dalla valutazione della fonte e del mezzo di comunicazione.

Restando tra le fonti decisamente rilevanti ed affidabili, un articolo apparso sul Corriere della Sera cartaceo ed un altro sul corriere.it avranno due pesi totalmente diversi.

Così come esistono siti web dedicati quasi esclusivamente alla produzione di fake news. Google ed altri motori di ricerca provano a limitarne la visibilità ma i risultati sono ancora scarsi.

Ma esistono anche i post social media, veicolati da qualsiasi tipo di utente e suscettibili di tutte le problematiche tipiche di Twitter, Facebook, Instagram, Youtube etc.. Post o un tweet che riportano informazioni false, non sono fake news di per se, ma già in passato hanno dato il via alla proliferazione di fake news colossali.

3. L’ambito

Esistono tanissimi siti satirici (in Italia esiste Lercio.it) che pubblicano notizie false di proposito. L’obbiettivo è far ridere gli utenti ed i loro amici permettendo ad ognuno di creare notizie ad hoc.

Ma oltre alla satira, esistono siti, blog e testate che si occupano di ambiti specifici in cui le fake news sono all’ordine del giorno. Le riviste di gossip ad esempio, sono per definizione delle macchine produttrici di fake news con servizi al limite della legalità. Anche siti e pubblicazioni schierate politicamente cadono frequentmente nella “tentazione” fake news.

Anche le pubblicazioni di gruppi, clan o partiti con opinioni particolarmente radicali cadono nella tentazione di portare avanti le proprie battaglie distorcendo la realtà dei fatti.

Chiaramente le fake news più rischiose e delicate per il tipo di pubblico a cui si rivolgono sono quelle che parlano di malattie e medicinali. Tutti gli articoli che parlano di cure miracolose per le malattie più varie sono da prendere con le pinze.

4. L’origine geografica

Così come per la fonte, l’origine geografica è un fattore fondamentale. Anche se si parla di fake news soprattutto in Europa e Stati Uniti, il paese di origine della maggior parte di esse ha un nome ben preciso: Macedonia.

In generale, tutta l’Europa dell’est si è dimostrata negli ultimi anni una fucina di notizie false. Altre aree del mondo sono spesso coinvolte, come ad esempio l’Indonesia.

C’è da dire che (ovviamente) l’origine geografica deve essere valutata rispetto al contenuto dell’articolo, post o tweet di cui stiamo parlando. Un articolo redatto da una testata con sede a Skopje, sarà decisamente credibile quando parla di tafferugli in quella città. Ma se la stessa testata parla diffusamente del nuovo algoritmo di Twitter, la credibilità inevitabilmente sarà inferiore.

5. Il titolo

Il titolo ci dice molto del contenuto stesso dell’articolo. Soprattutto permette di comprendere lo scopo che il giornalista o l’editore della testata volevano raggiungere con quel pezzo.

I social media sono invasi da articoli con titoli volutamente parziali o maliziosi, spesso totalmente irrilevanti rispetto al contenuto trattato. L’assuefazione a questo fenomeno, denominato correttamente “Click-Bait” sta ormai colpendo tutti noi.

Titoli più lunghi ed esplicativi sono tendenzialmente più affidabili rispetto a brevi frasi ad effetto.

6. La foto

Se il titolo è fondamentale per attrarre l’attenzione dei potenziali lettori, la foto lo è forse ancora di più. Con la diffusione virale degli articoli sui social media, assistiamo ogni giorno a foto a dir  poco ambigue.

Spesso l’abbinamento foto-titolo crea un voluto effetto caricaturale. Questo perchè se un articolo riesce a far sorridere un utente, le probabilità di apertura crescono a dismisura.

Foto sobrie ed attinenti con il contenuto sono una forte garanzia contro le fake news.

7. La firma

L’articolo è firmato con nome è cognome reale? Una piccola verifica sul nome dell’autore su Facebook, Linkedin e Twitter potrebbe aiutare. In caso positivo, le probabilità che la notizia sia un falso scendono notevolmente.

Difficilmente una persona reale si esporrebbe al pericolo di denunce ed azioni legali da parte di enti ed organizzazioni di cui valga la pena pubblicare qualcosa.

8. Il contenuto

Se siete arrivati a leggere il contenuto di un articolo, è probabile che nella vostra mente il pericolo di fake news sia già estinto. Ma il diavolo si può nascondere nei dettagli! Un singolo paragrafo falso può modificare il senso intero del testo.

Vengono citate opinioni credibili dalla bocca di personaggi reali o interviste a soggetti credibili? Purtroppo, anche queste due specifiche non bastano per stare tranquilli.

Tutto sta nella propria capacità e volontà di verificare la veridicità di un contenuto.

Come comportarci di fronte ad una fake news?

Considerando che le fake news si diffondono soprattutto via social media, prima di indignarci per un articolo nel nostro news feed dovremmo fermarci a contare. Può sembrare strano, ma il meccanismo sul quale fanno leva i produttori di fake news è proprio quello della rabbia e dell’indignazione.

Il fatto stesso che ci troviamo a guardare le news feed di Facebook potrebbe significare che quello non è il momento migliore della nostra giornata.

Quindi il consiglio principale che mi sento di dare è questo: prima di lasciare un commento o condividere un articolo fake, è necessario munirsi di tanta pazienza e buon senso!

articoli falsiarticolobufalebugieecostampafacebookfake newsgoogle+indonesiamacedoniametoditwitterwikipedia