Fare (e comunicare) il teatro durante l’emergenza. La parola ad un’esperta

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Teatri chiusi, canali social aperti. Sembra questa la realtà per la maggior parte dei teatri, delle fondazioni, dei circuiti, delle orchestre, delle compagnie teatrali, dei corpi di ballo e di tutte le organizzazioni che fanno questo genere di cultura in Italia nel 2020. Un anno da dimenticare, ma di cui non tutto è da buttare.

Stare insieme a teatro, fare teatro, è per sua stessa natura un atto comunitario. E va da sé che, in un periodo in cui stare insieme rappresenta un rischio per la salute, questi spazi vengano sistematicamente chiusi. Con tutte le difficoltà – economiche, lavorative, umane – che ciò comporta. Abbiamo visto come si stanno attivando su Instagram alcune tra le più importanti istituzioni al mondo; ci siamo dedicati ad un’osservazione più da vicino di quanto accade online sui canali del Teatro alla Scala.

Oggi parliamo di esperienze virtuose, di chi è riuscito, nonostante la pandemia, ad immaginare un modo diverso per continuare a comunicare il teatro. Una strada innovativa che parte dai bisogni della comunità e ad essi risponde grazie ai social. Parliamo del gruppo “Quelli dell’ITC” del Teatro dell’Argine di San Lazzaro di Savena, a due passi da Bologna e ce lo racconta Jessica Bruni.

Teatro dell’Argine: spettacoli, laboratori e produzioni sospesi a data da destinarsi

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Il Teatro dell’Argine è una compagnia teatrale ed associazione nata nel 1994 e che dal 1998 gestisce l’ITC Teatro di San Lazzaro, vicino Bologna. Si tratta di una realtà peculiare perché propone diverse tipologie di attività sempre legate all’universo teatrale, come ci spiega Jessica Bruni. “Ci occupiamo della gestione del teatro, organizziamo laboratori per persone dai 3 ai 90 anni di danza, musical, recitazione, dizione rivolti soprattutto a non professionisti che fanno questo per passione. Lavoriamo con le scuole, ma anche con associazioni a tutela di realtà più fragili e marginali della società”.

Teatro dell’Argine è, per l’appunto, anche una compagnia teatrale per cui produce e realizza spettacoli teatrali per bambini, ragazzi e adulti, tra cui le più note “Casa del popolo” e “Mi chiamo Andrea e faccio fumetti”. E, infine, sviluppa progetti speciali di teatro partecipato che hanno coinvolto, negli anni, centinaia di persone.

Tutto ciò, il 23 febbraio 2020, si è fermato improvvisamente a causa di una pandemia dai contorni confusi. Una situazione incerta per cui all’inizio anche la compagnia emiliana immaginava una veloce risoluzione. “La prima reazione è stata quella di capire quali fossero gli strumenti giusti per il nostro pubblico che è molto variegato, dato che comprende bambini, ragazzi, adulti, insegnanti, oltre ai membri della compagnia”.

Così è nata la breve rubrica “Il teatro dal divano di casa tua”, per cui per tre sabati è stato mandato in onda sulla pagina Facebook del Teatro dell’Argine uno spettacolo della compagnia, scelto dalla community. “Quando abbiamo capito, però, che la chiusura sarebbe stata più lunga, ci siamo interrogati a fondo. Volevamo costruire qualcosa che fosse interattivo e che assomigliasse alla nostra comunità, anche se a distanza”.

“Quelli dell’ITC”, il gruppo Facebook per tenere vivo il teatro

Tra le opzioni a disposizione – newsletter, sito, social – ha prevalso l’idea di creare un gruppo Facebook, collegato tramite la pagina ufficiale, dal titolo “Quelli dell’ITC”, che richiama il nome del teatro di San Lazzaro. “Ha avuto un successo che non ci aspettavamo, in pochissimo tempo si sono iscritte molte persone. Come riempire questo contenitore e come sentirci vicini in un momento di estrema lontananza?”.

A questa domanda, il Teatro dell’Argine ha risposto sviluppando una serie di appuntamenti fissi dedicati al mondo del teatro e della cultura, coinvolgendo direttamente tutte le persone parte del gruppo.

“Almeno una volta al giorno” – ci dice Jessica – “c’erano attività diverse che sono diventate rubriche mensili, settimanali che sono andate avanti fino al mese di maggio”. Ad esempio, per “Letture dal salotto” è stato chiesto agli allievi dei laboratori serali di leggere un estratto di un romanzo per poi caricare il video sul gruppo e, giorno dopo giorno, creare una playlist con la lettura integrale. Il primo romanzo scelto è stato Le città invisibili di Italo Calvino, poi è toccato a Cento poesie per il 25 aprile a cui hanno chiesto di partecipare persone da tutta Italia.

Favole, consigli e ricette letterarie

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Per i bambini è nata, invece, “Racconti dal lettone”. Una serie di favole della buonanotte lette dagli attori e dalle attrici della compagnia rivolte ai bimbi dei laboratori, ma anche ai figli degli spettatori e, in generale, ai più piccoli della comunità. “Una sera abbiamo ricevuto, a sorpresa, anche il video di una bimba che ha voluto leggere la sua fiaba preferita e condividerla con gli altri”, ci racconta sorridendo Jessica.

Gli stessi attori e attrici del Teatro dell’Argine si sono poi dedicati ai consigli di lettura con la rubrica “Titolandovi”, oppure alla curiosa commistione tra cucina e drammaturgia shakespeariana con “Una ricetta e uno Shakespeare al giorno”. “In questa rubrica, due attrici pubblicavano, ogni mattina, una ricetta abbinata ad un brano spesso recitato in una rubrica che è diventata via via più interattiva”.

“Il senso di tutte queste attività” – aggiunge Jessica Bruni – “era creare partecipazione, favorendo un passaggio da reale a virtuale. Qualcosa che non fosse semplicemente ti scrivo una mail, ma facciamo qualcosa insieme. In ‘Quelli dell’ITC’ c’è uno scambio diretto e l’aspetto vincente è stato il fatto che erano le persone della compagnia ad essere in prima linea. Non il Teatro dell’Argine, ma le persone che fanno parte della compagnia. Si è creato un contatto forte, in un momento difficile, tra coloro che compongono il Teatro e la comunità”.

L’esperienza del primo lockdown si è conclusa a maggio con una giornata di dirette con le rubriche e una festa, “a distanza”, per tutte le 700 persone attive nel gruppo.

Nuovo stop, nuove risorse digitali

Dopo un’estate durante la quale le attività sono riprese, la nuova chiusura dei teatri del 25 ottobre scorso ha sì colto di sorpresa tutte le realtà culturali, ma ha reso anche più consapevoli dei mezzi da utilizzare per continuare a valorizzare il teatro. Lo stesso è valso anche per il Teatro dell’Argine e il gruppo Quelli dell’ITC.

Jessica ci racconta che è stato possibile il debutto soltanto di uno spettacolo della stagione per cui, però, è stata realizzata anche una diretta dal dietro le quinte proprio sul gruppo. “Per il resto, abbiamo deciso di fissare tre appuntamenti online dedicati a chiacchiere sugli spettacoli che sarebbero dovuti andare in scena. Un’oretta di diretta con i protagonisti degli spettacoli con domande da casa”.

Il gruppo sarà, invece, il “teatro” virtuale per i saggi dei laboratori del Teatro dell’Argine che, per la maggior parte, si sono trasferiti online in questo periodo. “Saranno circa venti i ‘videosaggi’ che andranno in scena su Facebook, così come abbiamo pensato a un programma di stage e a sviluppare parte di un progetto di teatro partecipativo”.

A differenza del primo lockdown, dunque, anche realtà più piccole come quella emiliana sono più pronte a convertire parte delle attività e proseguire a distanza. Ma quanto sperimentato in questi mesi continuerà ad esistere. Sono tanti i progetti in cantiere del Teatro dell’Argine per e insieme a Quelli dell’ITC. “È importante immaginare anche nuove attività per il gruppo” – conclude Bruni – “perché si vede che viene vissuto come comunità dove ci sono persone, c’è interazione, c’è scambio. La nostra carta vincente? Essere riusciti a creare un canale informale dove le persone si potessero sentire come si sentono quando vengono nei nostri spazi”.

L’immagine di copertina è del fotografo Luciano Paselli

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