Digital PR: i trend per il 2022

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Quali saranno le evoluzioni, le novità e i trend dal mondo delle digital PR nel 2022, sempre considerando strategie di comunicazione e marketing utili per il business? Gli influencer saranno ancora “influenti”? E quale sarà il social che ci terrà attaccati allo smartphone? Clubhouse riuscirà a imporsi o tenderà lentamente a scomparire? Con il 2021 ormai concluso, è tempo non solo di fare bilanci ma anche di (provare a) prevedere quali saranno le tendenze, le buzzword, che accompagneranno il mondo delle digital pr nel 2022. Una cosa è certa: il ruolo delle PR, tradizionali e non, resta centrale e strategico nella comunicazione d’impresa, oltre a rimanere una voce di costo ben salda e sempre più rilevante nei budget delle aziende, come ci rivela l’ultimo report di Muck Rack, The State of Pr 2021.

Vediamo allora alcune previsioni emerse da articoli e studi sui trend delle digital pr per il 2022.

Gli eventi “ibridi” saranno la nuova normalità

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Già a fine del 2020, AstraRicerche aveva dichiarato che oltre il 90% dei professionisti degli eventi e della comunicazione stava pianificando di incorporare eventi virtuali o in modalità ibrida nella propria strategia. Questa tendenza è continuata per tutto il 2021 ed è certo che, indipendentemente dalla pandemia, il trend si imporrà anche nei prossimi anni. I vantaggi di un evento ibrido, o phygital (che mette insieme il format dell’evento in presenza con quello dell’evento digitale), sono tanti: dalla riduzione dei costi di organizzazione e produzione all’opportunità di espandere il pubblico, dal tracciamento e l’acquisizione di dati alla possibilità di collaborazione e creazione di communities.

L’importante, come sempre, è affidarsi ad agenzie specializzate ed esperti in eventi di questo tipo.

Se vuoi saperne di più su come organizzare un evento ibrido, qui trovi una guida completa: https://expoplatform.com/blog/hybrid-events/complete-guide-to-planning-hybrid-events-in-2021/.

TikTok continua la sua ascesa

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Partiamo dai dati. Nel 2021, TikTok ha raggiunto ben 1 miliardo di utenti iscritti in tutto il mondo, di cui 5,4 milioni solo in Italia. È il settimo social network in termini di popolarità, superando Pinterest, Twitter e Snapchat. Basterebbero, quindi, questi numeri per confermarci l’importanza che TikTok ricoprirà anche in questo 2022.  E se pensiamo che la gen Z trascorre più tempo sui social ma tende sempre meno a interagire, puntare su video brevi come quelli di TikTok può essere il modo vincente per comunicare, ancor di più se vogliamo rivolgerci a questo target.

Ma come integrare l’uso di TikTok in una strategia di digital pr? Grazie agli strumenti di advertising messi a disposizione dalla piattaforma stessa. Vediamone alcuni:

  • Branded Hashtag: è l’approccio più utilizzato dai brand negli ultimi anni. Il funzionamento è semplice: basta creare un hashtag specifico che gli utenti possano utilizzare nei video per partecipare alla challenge. Grazie all’utilizzo dei branded hashtag, i video non vengono visualizzati solo nel feed normale, ma anche nella sezione Tendenze. Un esempio di successo è l’hasthag #SwagStepChallenge, che Pepsi ha lanciato in India nel 2019 e che non solo ha dominato TikTok, ma è diventato virale anche su Twitter e Youtube.
  • Video Ads: esistono tre modalità per inserire annunci pubblicitari nei video su TikTok: Brand Take-Over, In Feed Video e Top View Video. Ognuno ha le sue specificità e prevede diverse tipologie di prestazioni e investimenti.

Sulla pagina Tik Tok for Business, trovate tutte le info utili: https://www.tiktok.com/business/it

Il content resta il re e si adatta sempre di più alle esigenze dei consumatori

Talkwalker e Hubspot hanno identificato in un report le tendenze social e digital pr del 2022. Tra queste, una conferma: il contenuto continua a essere “the king”, ma i gusti e le esigenze degli utenti, che ne fruiscono sempre più e in modalità sempre più veloci e frammentate, sono cambiate. Per restare visibili, i brand devono quindi riuscire a creare campagne di comunicazione che parlino a un pubblico più specifico, targettizzato, “profilato”, e individuare ciò che può attirare la loro attenzione. In che modo? Creando contenuti specifici per una generazione, un luogo, una community, un genere o un hobby, e servendosi soprattutto della collaborazione dei cosiddetti “creator”.

Come emerge da un’analisi di Stripe, infatti, la “creator economy” è oggi un mercato di 10 miliardi di dollari e il numero di “creator” cresce a un tasso del 48% ogni anno.

Diversity e Inclusion restano temi imprescindibili per la comunicazione

Come abbiamo già visto, parlare di diversità e inclusione è un trend che i brand hanno abbracciato negli ultimi anni e che rimarrà ancora a lungo nella loro comunicazione. E anche nel 2022, i consumatori si aspettano che le aziende prendano posizioni autentiche su determinate questioni sociali o che facciano qualcosa di concreto per le persone, la società, il pianeta. Perché farlo? Perché a trarne beneficio saranno soprattutto le aziende.

Uno studio McKinsey ha infatti rilevato che le aziende che abbracciano la diversità sperimentano un aumento del 19% delle entrate e un miglioramento in termini di prestazioni del 35%.

L’influencer marketing? Diventerà più misurabile ed efficace

Lo rivela NATIONAL Public Relations tra i trend per il 2022, sempre in ottica digital pr: gli investimenti in influencer marketing aumenteranno di 13,8 miliardi di dollari e, di conseguenza, le aziende vorranno avere risultati più chiari e nuovi e più specifici KPI.

Le piattaforme social come Instagram e TikTok stanno introducendo già da tempo nuovi strumenti per migliorare la misurabilità e la monetizzazione per influencer e creator. E gli stessi creator e influencer stanno ottimizzando i loro contenuti per fornire KPI autentici e facilmente misurabili.

Ma, al di là di questi utili strumenti, una strategia vincente di digital pr si misurerà sempre dalla capacità di sapere scegliere il giusto profilo e il giusto messaggio, analizzando costantemente dati e riscontri grazie ad efficaci ed efficienti planning di monitoraggio, come quelli proposti da L’Eco della Stampa ai suoi clienti.

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