Facebook marketing: perché occorrono i contenuti video

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I see video as a megatrend.

Così affermava nel 2017 Mark Zuckerberg, il CEO di Facebook. Ipse dixit. Del resto, la piattaforma è impegnata in una corsa agli armamenti video-addicted: i live, le Instagram stories, i video a 360°, l’implementazione di autoplay per far leva sul binge watching, fino alla nascita di una vera e propria social TV, chiamata Facebook Watch.

Se pensiamo che alle origini Facebook era soltanto un database essenziale, con i profili degli utenti, senza la possibilità di pubblicare contenuti multimediali, vediamo che di strada ne ha fatta. Ma lo scopo iniziale, connettere tra loro le persone, è ancora al centro dei suoi processi. Il 40% del tempo speso su Facebook a guardare video deriva dalla condivisione, per cui capiamo bene il suo valore come network di relazioni e, in questo senso, “lavora” anche la modifica dell’algoritmo che regola il newsfeed.

Completiamo la citazione di Zuckerberg:

I see video as megatrend like mobile.

Sì, perché quella del mobile è un’altra grande trasformazione in atto. Secondo una ricerca di Ericsson, il 50% del traffico dati da mobile è consumato in video e questa statistica è destinata a crescere fino al 75%.

La strategia vincente per Facebook

Se siete come San Tommaso, ora non avete più scuse. Dati alla mano, la scelta è più che giustificata: i video sono i contenuti preferiti dagli utenti. E devono essere ottimizzati per il mobile, visto che è il device privilegiato. Quale insegnamento possiamo trarre da tutto ciò?

Ci arrivano ottimi consigli direttamente da Menlo Park, che ha condotto per Facebook l’indagine Il potere persuasivo dei video. Vediamoli insieme.

Crea video ottimizzati per mobile. A fronte di un’attenzione ridotta, il mobile è l’antidoto. Il report ha evidenziato come quasi la metà delle persone intervistate trovi più facile prestare attenzione ai video se visti su uno smartphone. Per questo ci voglio contenuti di qualità irresistibile!

Rendi l’esperienza più breve, ma significativa. Gli intervistati hanno dimostrato di preferire i video brevi a quelli più lunghi e uno su tre afferma che vedere il logo di un marchio che piace potrebbe interromperli dallo scrolling. Per cui, assicurati di catturare fin dall’inizio la loro attenzione con video accattivanti e fai attenzione alla tua brand identity, che sia sempre coerente.

Sorprendi e delizia. La ricerca ha rivelato che gli occhi delle persone non possono resistere a nuovi formati, immersivi e in movimento. I contenuti video vengono visti 5 volte di più di quelli statici e quelli a 360° il 40% in più rispetto a quelli standard.  

Quali tools sono necessari?

A questo punto hai assolutamente bisogno di due cose: la prima è una dashboard di social media monitoring come quella offerta da L’Eco della Stampa. Metriche come sentiment, engagement, reach raggiunta vanno misurate in tempo reale, con il supporto di grafici interattivi che ti aiutano a capire cosa ha determinato picchi o crolli di visibilità in quello che hai pubblicato.

La seconda, al giorno d’oggi strumento indispensabile per chi fa marketing digitale, è una piattaforma di content management adibita anche per i video. Prova a pensarci, questi contenuti richiedono un apporto creativo non da poco, che richiede, spesso, l’intervento di professionisti esterni.

Come poter gestire in maniera ottimale il flusso di lavoro, tra gli input dei team interni e gli stakeholder esterni, le modifiche senza dover rimpallare tra più strumenti di condivisione e l’approvazione finale? Un DAM intelligente come THRON permette tutto ciò: mette qualsiasi contenuto, anche video, al centro dei suoi processi e lo fa con il supporto dell’intelligenza artificiale che li classifica per metadati.  

Grazie alla rete neurale, infatti, i contenuti video, così come qualsiasi file multimediale, vengono compresi e categorizzati. Questo assicura una gestione organizzata e condivisa tra team, con una libreria video on-demand dove i contenuti sono facilmente recuperabili dal motore di ricerca, non solo dentro il DAM, ma anche sui canali di front-end. Tra l’altro, sono presenti in un’unica versione, visto che la razionalizzazione operata dall’AI ha eliminato le duplicazioni e le ridondanze.

La content intelligence

Prima di pubblicare su Facebook, hai tutto sotto controllo: sai a che punto del workflow si trova il contenuto e chi è intervenuto; sei sicuro che quella versione è quella corretta e non rischi di veicolare un messaggio incoerente; puoi recuperare con un click il video che ti serve al momento del bisogno, anche quello di 20 anni fa, perché la piattaforma li ha accentrati in un unico hub ed etichettati con tag; la piattaforma ha la delivery integrata, adatta automaticamente in fase di distribuzione il contenuto al canale prescelto (anche per mobile).

Poi c’è da aggiungere che all’opera sui canali proprietari del brand (sito, blog, e-commerce etc.) c’è la content intelligence, che rileva gli interessi degli utenti (anche anonimi) dall’approccio che manifestano nei confronti dei contenuti. Questi dati, che vanno ad arricchire il CRM, possono fornire nuovi spunti editoriali per creare video sempre più performanti e targetizzare in maniera incisiva le campagne pubblicitarie.

Ecco che la sinergia tra gli strumenti di social media monitoring e quelli di gestione e valorizzazione dei contenuti, come il DAM intelligente, può offrire ai brand la chiave per fare veramente breccia nel cuore del pubblico di Facebook!

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