Il miracolo (editoriale) di Camilleri

camilleri montalbano

Se dovessi descrivere Andrea Camilleri lo farei con un sonetto. Mi ricorda “Il vecchierel canuto e bianco” di Francesco Petrarca. Una storia semplice, ambientata tra sacro e profano, che ha per protagonista un anziano che si reca a Roma per contemplare il volto della Veronica – la reliquia che riporta i lineamenti del volto di Cristo.

Camilleri è un po’ l’Omero dei giorni nostri. Essendo uno degli ultimi cantori, il mondo ha bisogno di lui e delle sue storie.

Nello spettacolo teatrale “Conversazioni su Tiresia” Camilleri ha messo in scena un confronto con il padre della cultura greca a proposito di Tiresia, l’indovino cieco dell’Odissea. Portando in scena il suo vero io, i suoi dubbi e il suo modo di percepire la vita da quando ha perso la vista.

Ho definito Camilleri un cantore perché è riuscito a tessere una storia e un personaggio che tutti gli italiani conoscono: il Commissario Montalbano. Le gesta di un salvatore di uomini che tra vizi e virtù racconta le bellezze del suo popolo e della sua terra.

Una Sicilia d’altri tempi fa da sfondo alle avventure del commissario. Vigata è infatti un luogo immaginario ma che allude a tanti altri paesaggi che sono esistiti. Montelusa è Agrigento, nome fittizio inventato da Pirandello, Vigata invece rappresenta Porto Empedocle. Fela è Gela, Fiacca è Sciacca e Sampedusa è Lampedusa.

In pochi però conoscono la storia che lega il Commissario Montalbano a Sellerio, la casa editrice che ha creduto in Camilleri permettendogli di dare libero sfogo alla sua creatività innata. In questo modo, Sellerio si è anche garantita un notevole successo editoriale che la vede ancora in testa alle classifiche di vendita di libri.

Come cambia l’editoria negli anni ’90

Se facciamo un passo indietro, durante gli anni ’90 le grandi case editrici si trovano di fronte a un bivio: concentrazione o frammentazione. Cioè, bisogna decidere se restare indipendenti o unirsi ad altri editori rischiando di perdere il proprio marchio storico.
Avevamo già accennato a questo tema durante la Social Media Academy con Adelphi Edizioni.

Nei mercati esteri assistiamo ad una fusione tra i diversi media: in America infatti nasce Random House, mentre in Francia diversi marchi si fondono in un’unica grande famiglia.

Le strategie commerciali e i bisogni del cliente cambiano proprio in questi anni. Tra le varie trasformazioni c’è lo sviluppo delle nuove tecnologie che portano un cambiamento nelle abitudini e nei consumi del lettore: nascono infatti i primi ebook e le prime librerie online che rivoluzionano l’approccio alla lettura.

La maggior parte dei grandi gruppi editoriali assorbono i piccoli e al comando arrivano i manager. Ma ci sono alcune realtà che desistono e resistono a questa trasformazione affermando il proprio nome anche in campo internazionale

La rivincita di Sellerio Editore

Tra gli editori che resistono alla rivoluzione editoriale troviamo quindi il nome di Sellerio che decide di giocarsi l’ultima carta e di puntare tutto su un nuovo genere: il giallo all’italiana (che poi prenderà le forme del giallo alla siciliana).

La casa editrice Sellerio nasce nel 1969 da un’intuizione di Elvira ed Enzo Sellerio assieme a Leonardo Sciascia e Buttata (sociologo). Il problema iniziale era scegliere tra l’adozione di una filosofia editoriale essenziale oppure puntare tutto sulla forza di un nuovo genere.

Nel 1990 si inizia a sperimentare: viene pubblicato il primo romanzo giallo. Si chiama “Carta bianca” ed è scritto da Carlo Lucarelli. Carta bianca racconta la storia di un commissario di polizia che indaga su un delitto durante il passaggio dalla repubblica di Salò a quella italiana.

Seguiranno poi altre pubblicazioni tra cui quella di Glauser, sostenitore del genere poliziesco. Glauser considerava questo genere di libri in grado di diffondere idee ragionevoli.

Dopo queste uscite si stabilisce il nuovo genere che farà scoprire all’Italia intera, ma non solo, il filone del poliziesco della scuola siciliana avente come maestro Andrea Camilleri e come protagonista Salvo Montalbano.

L’arrivo del Commissario Montalbano

Nel 1999 esce “La forma dell’acqua” il primo di una lunga serie di romanzi che regalerà successi all’autore e all’editore. Con l’arrivo del nuovo millennio Sellerio e Camilleri hanno raggiunto successi straordinari tra cui la vendita di cinque milioni di copie dei libri sul Commissario Montalbano.

I romanzi vengono da subito adattati come fiction sulla Rai già dal 1999. Da allora Montalbano – interpretato da Luca Zingaretti – diventa uno dei volti più amati della televisione italiana. Il segreto del successo risiede nella capacità dell’autore di passare dall’ironia al dramma, dalla comicità alla riflessione permettendo allo spettatore di conoscere e affezionarsi ad ogni personaggio.

Il Commissario Montalbano è stato acclamato da importanti uomini di critica letteraria tra cui Aldo Grasso.


Vigata resta placidamente adagiata nella sua dimensione a-storica, senza tempo, dove lo spettatore può ogni volta ritornare per ritrovare un mondo immutato e trovare conforto nell’incessante ritorno dell’identico.


Livia continua a prendere la solita corriera d’altri tempi che la riporta al nord, Salvo continua a guidare la sua Fiat Tipo scura, il siciliano immaginario di Camilleri non subisce mai i nuovi ingressi e le varianti dell’uso comune che agitano le lingue vive.


Il personaggio di Camilleri è riuscito sempre a conquistare l’audience della prima serata registrando risultati non indifferenti per la televisione italiana. È un personaggio familiare e riesce a far sentire ognuno a proprio agio.

Prima di concludere, non ci resta che fare un in bocca al lupo al papà di Montalbano sperando che torni presto a raccontarci qualche nuova storia.

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