La Green Economy è sulla bocca di tutti. Ma basta parlarne per essere ecosostenibili?

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Sentiamo spesso parlare di Green Economy, di green marketing, green green green.

Ma quando un argomento cade nell’inflazione, si tende a darlo per scontato, dimenticandosi il vero significato o il motivo per cui se ne parla.

Partiamo quindi dal principio: uomo – ingegno – invenzione – rivoluzione industriale – consumismo – spreco – inquinamento – necessità di salvaguardare il mondo.

Così, quasi 200 anni dopo la prima rivoluzione industriale, nasce la filosofia ambientalista, che ha come obiettivo la ricerca di un equilibro tra uomo e natura.

I primi movimenti ambientalisti degli anni ’60 sono noti come un fenomeno quasi estremistico. Erano frequenti le proteste anti-violente da parte di una nicchia di popolazione che scendeva in piazza a combattere l’inquinamento e lottare per la protezione delle specie animali in via di estinzione.

Ma arriviamo al dunque.

La filosofia ambientalista diventa “democratica”

Oggi, i temi ecologici non sono più solo per pochi, anzi, sono il pane quotidiano per la maggior parte di noi.

Pensate che, in Italia, sarebbero 37,4 milioni i cittadini che si dichiarano attratti dal tema della sostenibilità.

Tra questi troviamo anche la nuova figura presente oggi nel mercato, quella che alcuni definiscono “Green Chic”. Ovvero, un cittadino tra i 18 e i 35 anni che, attraverso piccoli accorgimenti quotidiani, vuole migliorare il suo rapporto con il mondo.

Il nuovo ambientalista è un amante del vintage, del riciclo e riutilizzo di prodotti dismessi, dello sharing piuttosto che del possesso.

Vediamo infatti come, facendo una breve ricerca sui principali social network, le parole più utilizzate sui social siano: #green #recycle #vintage #ecofriendly #bio.

Questa propensione per il riciclo creativo e per lo sharing ha dato anche un po’ di ossigeno all’economia, facendo sì che il Pil del nostro paese salisse dell’1,2%. (Fonte: Analisi Doxa)

Un altro dato importante da sottolineare è la percentuale di coloro che si dichiarano disposti a spendere una cifra più alta pur di acquistare un prodotto “green”. Secondo l’indagine condotta da Nielsen (Global Survey of Corporate Social Responsibility and Sustainability) parliamo del 66% dei consumatori (in netta crescita rispetto ai dati degli anni precedenti).

Possiamo ben immaginare come anche il business si stia spostando verso questo fronte.

Se i consumatori sono diventati sempre più “eco-responsabili”, le imprese non potevano essere da meno. E, senza farsi attendere, nacque ben presto la Green Economy.

Green Economy: la Mission

Superare il vecchio modello economico basato sullo sfruttamento di risorse naturali e sulla scarsa attenzione agli impatti ambientali”.

Adottando questo nuovo modello si pone un’attenzione particolare all’ambiente durante tutto il ciclo di vita del prodotto di business, dalla trasformazione della materia prima fino alla sua commercializzazione.

Non è finita qui però: l’azienda deve dimostrare al consumatore che realmente è interessata alla salvaguardia del nostro pianeta, inserendo il tema ambientale nelle proprie campagne pubblicitarie o sponsorizzando associazioni o iniziative a difesa dell’ambiente.

Perché essere ecosostenibili è un punto di forza per un’azienda e un tema di comunicazione a forte impatto mediatico capace, spesso, di spazzare via la concorrenza.

Non è tutto verde quel che luccica

Questa strategia di comunicazione ambientale, che non poteva che portare il nome di Green Marketing, permette di ottenere un grande vantaggio competitivo. Un vantaggio talmente invidiabile che qualche azienda “furbetta” ha pensato bene di adottare pratiche per acquisire una reputazione ecologica senza in realtà essersela guadagnata tramite azioni concrete.

Il marketing ecologico “di facciata” si chiama “Greenwashing”.

Non c’è bisogno di ricordare che il consumatore non è più disinformato e che tutti i nodi, prima o poi, vengono al pettine. Il rischio è quello di rovinare la reputazione aziendale tanto difficile da ottenere.

Il vero Green Marketing è quello che nasce quando l’azienda assume, nelle sue attività economiche e sociali, un’ottica di lungo periodo. È necessario valutare l’impatto ambientale del proprio operato tenendo sempre a mente che le risorse naturali non sono infinite ed è necessario farne un uso responsabile.

I clienti del futuro premieranno sempre di più questo aspetto. Come in ogni cosa, chi inizia prima sarà nella posizione migliore nel momento della verità.

Bisogna andare oltre gli obblighi di legge o le pratiche standard di mercato basandosi sul principio del “fare di più”.

È come un gioco non a somma zero, dove tutti vincono, perché il miglior risultato si ottiene solo quando ogni componente del gruppo farà ciò che è meglio per sé e per il gruppo.

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