La moda del vino, il vino di moda

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È un prodotto che va di moda il vino. Come tale ha le sue molteplici voci che indicano direzioni e misurano il polso del mercato. Tra moltissimi produttori di vino, tipologie, target, dimensioni produttive, le varianti per scegliere una bottiglia si sono moltiplicate all’ennesima potenza: vino Rosso? Vino Bianco? Bollicina? Giovane e beverino? Evoluto e complesso? Italiano, francese, spagnolo, australiano? C’è l’imbarazzo della scelta anche per un cambiamento climatico che ha reso la vite coltivabile in zone fino a qualche anno fa impensabili, come il sud della Gran Bretagna o il Nord Europa.

Come scegliere un vino

Alla luce di tale varietà, a chi si rivolge il consumatore per orientarsi? Il vino è gestualità, status, convivio, un prodotto con un significato simbolico radicato nella storia millenaria dell’uomo, legato sia alla sua creatività e abilità, sia a Madre Natura. Ormai i social sono il primo filtro per operare ricerche in molti campi, e quello del vino non fa eccezione. L’unico neo è che sono numerosi i pseudo esperti che spesso incassano denaro all’insaputa del consumatore per parlare bene di un’etichetta anziché di un’altra.

Come scegliere da chi farci suggerire un vino

Perciò il primo filtro è stabilire se chi vi parla ha le competenze per giudicare un vino (è sommelier? Wine educator? Giornalista di settore? Enologo? Docente?). Se ci sono troppi aggettivi superlativi e zero spirito critico in troppi post, passate oltre: di vini ottimi, così come di ottimi produttori di vino, ce ne sono migliaia in Italia, ma tessere solo le loro lodi non offre strumenti per una scelta consapevole. Un elemento ulteriore: i giornalisti per deontologia non possono fare pubblicità tanto meno occulta.

Secondo step è sapere se il professionista si dichiara giornalista o lo è davvero, ovvero se è iscritto all’Ordine Dei Giornalisti: gli elenchi sono pubblici e consultabili. Fatte tali premesse, non escludiamo professionisti seri e competenti e non giornalisti dalla nostra proposta di oggi. Come in un videogame, ecco alcuni nomi divisi per livello di winelover.

Il winelover base

Sia per il winelover base che per quello esperto, il social di riferimento è Instagram. Il vino è un prodotto di moda come abbiamo già detto e come tale è un catalizzatore di emozioni che solo immagini e video possono amplificare. Dalla foto della bottiglia aperta con la sciabola, al vigneto ripreso con un drone sopra i colli ricamati dai filari. Tornando al winelover base che si approccia al mondo del vino: qui occorre qualcuno che parli una lingua comprensibile e la wine educator Elena Maffioli (@elena_maffioli) confeziona post su Instagram con quesiti comuni e risposte semplici.

Più follower ma linguaggio altrettanto divulgativo quello di Francesca Piemontese (@francesca_sommwine), giovane e frizzante. Terzo profilo nuovo nuovo nuovo ma con un nome evocativo: Winepedia. Esattamente come l’encliclopedia free online più famosa al mondo, su Winepedia (@winepedia) trovate argomenti organizzati in modo ordinato e contenuti compressi in brevi video senza sbavature: dritti al sodo.

Il wine lover intermedio

Per il winelover intermedio italiano si apre un mondo sui profili social da consultare. Intravino (@intravino) è tra quelle voci, aggiornato sulle tendenze del mondo vino, e firme che sono nel mondo vino da molto molto tempo. Passando al vino formato podcast, Vino sul Divano di Jacopo Cossater è un buon strumento di approfondimento: pur essendo del 2018, tocca argomenti evergreen che riascoltare ogni tanto non guasta.

Per chi ha già un’identità da degustatore e cerca conferme o gemme nascoste, Monica Coluccia (@monique.coluccia). Degustatrice esperta che non ha ancora perso lo smalto della passione per iL vino, con cui mantiene un rapporto amichevole oltre che professionale. Se vi sentite più a vostro agio con giovani dai toni smart @cantinasocial è quello che cercate. Quasi 100.000 follower, numeri che premiano il fatto di essere stati tra i primi ad aprire un varco alle nuove generazioni dei narratori di vino.

Il winelover… nerd

Il winelover nerd è quello che usa solo slang enocomplusivo, non passa giorno senza scoprire un nuovo nettare, e ha un radar per tutte le tendenze mondiali del vino, dagli asset d’investimento, alla consapevolezza del valore di ogni bottiglia di vino di annate più o meno rare. Ed è con il peso di questa responsabilità che condivide più che può note di degustazione e appunti sui vini. Il nerd, o meglio, il winelover esperto, preparato e colto, non giudica i vini, ne fa esperienza sensoriale.

Se siete in questa categoria il progetto @verticale.wine è il vostro profilo di riferimento, dove verticale è l’unica modalità ammessa per conoscere vini e zone produttive. Ci siamo limitati ai profili in italiano, eppure sporgendosi fuori dai confini, i punti di riferimento si moltiplicano grazie alla lingua inglese: Wine-Searcher (@winesearcher) è tra questi, un motore, anzi Il motore di ricerca per chi non pone limiti alla propria cultura enologica.

E i produttori di vino dove devono farsi trovare?

Se i winelover possono prendere spunto da alcuni profili Instagram specializzati, il produttore di vino che vuole far incontrare la sua bottiglia al suo consumatore, dove deve farsi trovare? E soprattutto come si deve porre? È stato questo uno degli argomenti trattati durante l’evento dell’agenzia ZedComm del 3 marzo scorso, dal titolo Wine meet & Greet, dove diverse voci allenate a intercettare i consumatori hanno offerto spunti di riflessioni alle aziende vitivinicole presenti.

Wine Meet & Greet, l’evento ‘0’

Wine Meet & Greet è stato definito da Cecilia Zanasi, fondatrice di ZedComm “Un’occasione per fare il punto sulla situazione del settore, dai produttori di vino alle ultime tendenze e scambiare idee e opinioni”. Un evento che ha riportato dati sull’enoturismo a cura di Divinea. Riflessioni sul marketing e comunicazione del vino in America a cura dell’agenzia Balzac. Le potenzialità dei podcast nella promozione e… udite udite… l’importanza della rassegna stampa ovviamente a cura de L’Eco della Stampa.

Il confronto con la stampa estera è il confronto con il mercato estero

Conoscere le voci della stampa estera vuol dire conoscere le peculiarità del mercato estero. In Italia siamo spesso autoreferenziali quando si parla di argomenti come il vino, senza tenere conto che, se per noi, Francia e Spagna, i filari di vite che stagliano le colline fanno parte dell’immaginario collettivo e di una cultura condivisa, ci sono anche paesi neofiti verso il nettare di Bacco. I quali vi si avvicinano tra l’altro con background gustativi e di stile diversi dal nostro.

Non è raro che testate italiane di settore (ad esempio Intravino e Winesurf) facciano per i propri lettori una piccola selezione di produttori di vino e voci del vino più autorevoli fuori confine. Ma una piccola selezione può tenere conto solo di una minima parte di target e argomenti. Ed ecco che titoli e articoli su un tema specifico legato al vino, possono offrire chiavi di lettura utili a ricevere feedback sul modo di porsi nei confronti del consumatore finale.

cecilia zanasiinfluencer del vinowineloverzedcomm