Mamma esci da questo web! Cosa cercano in Rete le giovani donne

mamme sui social

Diventare genitori è la fase più delicata della vita che comincia dal momento della gravidanza, passa attraverso il parto e prosegue per sempre, addensandosi di ansia e stress soprattutto nei primi due anni di vita del bambino: i cosiddetti 1000 giorni.

L’attuale situazione di emergenza, con l’isolamento forzato ed il parziale ritorno al lavoro, mette a dura prova i genitori. Preoccupazione, timori e solitudine rendono faticosa l’accoglienza di un neonato. Per questo, da un anno ad oggi le giovani madri hanno deciso di fare squadra per supportarsi a vicenda e scambiarsi consigli.

Se organizzazioni importanti come Save the children hanno attivato apposite chat per informare, orientare ed aiutare materialmente le donne, molto si deve anche all’iniziativa spontanea di neo-mamme che si sono affidate a Facebook. È un fenomeno che registra una crescita costante. I gruppi dedicati raccolgono migliaia di iscritte, post e commenti. È come se il social network si fosse trasformato in un aggregatore di esperienze e di auto-aiuto, che permette alle mamme contemporanee di raccontarsi e confrontarsi.

I gruppi Facebook più affollati

Come appaiono, attraverso le pagine, le genitrici? Iperconnesse e sospese tra lo stereotipo della madre perfetta e il bisogno di conservare libertà, intimità, spazio. Emerge chiaramente dalla community delle Mami’s Milano, che detta regole precise: i bambini devono dormire nel loro letto e mangiare da soli, perché le donne possano continuare a lavorare, a ritagliare tempo per loro stesse, a vivere!

Per essere performanti, si deduce dalla pagina, le donne dovrebbero avere aiuti domestici e, se possibile, avvalersi di moderni consulenti. C’è quello del sonno, quello dell’allattamento, quello dello svezzamento e quello d’inglese. Ma, nelle diversità dei racconti che affollano Facebook, si possono leggere le diseguaglianze economiche che dividono ancora il nostro Paese ed impediscono al femminile di avere un’unica voce.

Pullula di cuori e di immagini dolci la pagina delle Pancine, 220 mila like. Qui si chiedono spesso consigli sulla salute dei bambini e c’è chi pubblica foto di escoriazioni, bernoccoli, pannolini.

La pagina della manualità

Conta 3 milioni e mezzo di followers Creative Mamy, un’originale pagina social ricca di tutorial che insegnano a realizzare, con il proprio bambino, oggetti-regalo per la festa del papà, giocattoli in cartone e pongo, ceste che aiutino a tenere in ordine le camerette. Fondata da Maria Veneziano, avvocato, questa community educa al riciclo, invita a collaborare e suggerisce la partecipazione ad eventi.

Smart working al femminile

Autoironia, non lamentele

Su Facebook non mancano le giovani mamme che ironizzano sulle loro incapacità. Cucinaremale, pagina che piace a più di 50 mila utenti, è dedicata ai disastri culinari. Il gruppo delle “cattive” casalinghe si chiama, invece, Casalingaremale 2.0 (con quasi 29 mila membri). Qui una giovane donna esprime la propria stanchezza per tutto ciò che ha da fare: lavoro, casa, bambino, marito. Un’altra le fa notare che il partner non dovrebbe essere considerato una faccenda domestica e lei si affretta a replicare che è bravo e la aiuta “come può”. Forse, in questo “come può”, scorre tutta la strada che le donne devono ancora percorrere per ottenere la pari opportunità?

Un libro sui post delle mamme

La domanda resta aperta. Ma una cosa è certa: attraverso la Rete, le giovani donne riescono a sorridere anche nei momenti più difficili e mostrano di possedere tanta autoironia. Da Facebook arriva la conferma che fare crescere un bambino non è (solo) “la cosa più bella del mondo”, ma anche una gran fatica. E c’è un unico posto nel quale ogni mamma del nuovo millennio può rifugiarsi per sfuggire alle urla di poppanti ingestibili, o alle critiche dei conoscenti: i social network, nuove oasi di pace.

Ne è convinta anche Daniela Massabò, autrice televisiva freelance e mamma, che ha scritto un libro, “Mamma esci da questo web” (Ultra Life, 2020), dove vengono raccolti e commentati i post più divertenti e “politicamente scorretti” apparsi sul web. Tra le pagine emergono i racconti delle mamme snob che si lamentano di collaboratrici domestiche non efficienti e baby-sitter poco affidabili. Ampio spazio hanno anche i post delle mamme ad alto contatto, fedeli seguaci dell’allattamento a lungo termine, che praticano il cosleeping e il babywearing.

Daniela Massabò, senza alcuna reticenza, è riuscita a mettere nero su bianco tutti gli aspetti della maternità, anche quelli che spesso le mamme faticano a confessare. Capitoli ironici, ma anche seri, che descrivono, per esempio, i problemi delle madri single.

Tutta la verità, ma nell’anonimato

“Mamma esci da questo web” è un racconto di esperienze condivise e sincere delle mamme che popolano i blog, le chat, i gruppi Facebook e tutto ciò che può offrire un confronto tra persone che stanno vivendo la maternità. La parola d’ordine, secondo la ricerca di Massabò, è anonimato. Chiedere un consiglio, o un confronto, senza sentirsi giudicata non è scontato per tutte; da qui l’esigenza di non farsi riconoscere.

L’autrice ha raccolto diverse centinaia di screenshot delle mamme 4.0, ma si è basata anche sulla sua personale esperienza con una bambina di 4 anni. “Prima che nascesse Eli – si legge nel blog di Daniela – pensavo che un bambino fosse quella cosa che colma di significato una vita già perfetta. Ho scoperto, invece, che un figlio è una bomba che fa saltare in aria tutti i tasselli del puzzle, sistemati negli anni per comporre il quadro della tua vita”.

Daniela, adesso, ha cominciato faticosamente a riordinare le tessere. E non sa quando finirà.

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