Dietro le “Quinte Parallele” che raccontano la musica classica

musica classica

Il mondo della musica classica appare, fin troppo spesso, coperto di polvere e grigio, come il colore delle teste che si intravedono ai concerti.

Eppure non è veramente così e lo testimonia “Quinte Parallele”, rivista online e cartacea, nata a Roma tre anni fa e già un vero punto di riferimento per Millennials appassionati e curiosi.

Scopriamo, dunque, il mondo che si cela dietro a “Quinte Parallele” con una chiacchierata con Filippo Simonelli, fondatore e direttore della rivista.

“Quinte parallele”, per una nuova narrazione della classica

abbado quinte parallele

200.000 lettori in un anno con una media di 760 al giorno, 11.500 “mi piace” su Facebook, 2.000 follower su Instagram, più di 400 visualizzazioni delle stories e l’ambizione di crescere ancora. Una candidatura come Miglior sito musicale ai Macchianera Awards 2018 e tre numeri cartacei di ben 100 pagine ciascuno all’attivo.

Questa è, in estrema sintesi, “Quinte parallele”. E si tratta di traguardi di tutto rispetto per una realtà editoriale curata e gestita da giovani che si dedica all’approfondimento.

“L’origine della rivista è stata molto curiosa: si parla di quinte parallele, in musica, quando due voci vanno a comporre due intervalli di quinte consecutive. Si tratta di un errore, codificato a partire dal Settecento, uno sbaglio che io continuavo a fare nei miei esercizi di armonia. Ero davvero frustrato per questo, finché un giorno mio padre mi ha suggerito di inventarmi qualcosa di buono da questo sbaglio ricorrente.”

Così è nato, nel gennaio 2016, un blog che, sin da subito, ha riscosso un successo inaspettato anche per il fondatore spesso.

Nel giro di pochi mesi, si è allargata la platea di lettori e, contemporaneamente, anche quella dei redattori fino a trasformarsi anche in un periodico online con una sua versione su carta, dedicata a temi specifici come i 100 anni di Leonard Bernstein e le “storie incompiute” della letteratura musicale.

Dalla letteratura sportiva a Mozart per parlare ai Millennials

redazione quinte parallele

La veloce diffusione di “Quinte Parallele” – che rappresenta un unicum nell’ambito dell’editoria musicale online di giovani e per giovani – dipende anche dell’assenza di un’altra rivista che si occupasse del tema a tutto tondo.

Il magazine romano propone notizie, uscite discografiche, recensioni di concerti e approfondimento, secondo un approccio divulgativo e non prettamente scientifico. Si parla delle stagioni dei principali teatri italiani fino alle idee, spesso originali, degli autori.

Non mancano interviste a direttori, compositori e talenti emergenti. Nonché approfondimenti trasversali che mettono in relazione la musica con altre arti e saperi, dalla pittura alla filosofia.

“I modelli a cui ci ispiriamo – spiega Simonelli – trattano temi anche molto distanti dalla musica, ma solo apparentemente. Penso allo sport, alla politica o alle scienze naturali, ma credo che il modo di fare giornalismo si possa applicare anche alla musica che è terreno molto fertile.”

In pratica, la redazione guarda all’approccio quasi letterario allo storytelling sportivo de L’ultimo Uomo. C’è poi la struttura internet friendly del The Atlantic Magazine e, per la musica classica, uno dei mostri sacri come Gramophone che non può mancare mai sulla scrivania del direttore di “Quinte Parallele”.

“Mi rendo conto che alcuni progetti editoriali non sono replicabili, ma si prestano ad essere rimodellati in base alle esigenze del settore e della materia. Anche tra una partita di calcio e un concerto sinfonico, ci sono dei punti di contatto che potrebbero essere sorprendenti.”

Non solo musicisti…

quinte parallele chopin

Questo modo di innovare la narrazione della musica classica piace ai giovani, tant’è che la maggior parte dei lettori di “Quinte Parallele” ha tra i 18 e i 25 anni. E non sono tutti musicisti.

La rivista piace anche a chi non immagina di fare carriera come strumentista, a chi si dedica allo studio della musica come musicologo e a semplici appassionati.

Esiste, dunque, un interesse dei giovani verso la musica classica che, però, non si traduce spesso nella partecipazione ai concerti. Come ricorda Simonelli, i dati dell’ISTAT sono chiari: più del 30% del pubblico delle rassegne cameristiche e sinfoniche italiane ha più di 54 anni.

“Se poi consideriamo che i giovani hanno spesso agevolazioni viene naturale domandarsi quali sono i motivi per cui anche chi legge la nostra rivista non segue come vorrebbe le stagioni.”  

Le ragioni sono le più varie, ma l’auspicio è che, anche grazie all’informazione, si possa contribuire alla creazione del pubblico del futuro. E proprio per raggiungere un’efficacia comunicativa, gli articoli vengono redatti adottando un registro linguistico adeguato alle logiche della comunicazione online con periodi brevi e frasi dirette, ma, come specifica il direttore, senza mai imporre un codice di condotta ai redattore.

L’idea è di valorizzare indole e formazione dei redattori, per poter offrire al lettore articoli corposi che possono affrontare un tema, più o meno noto, da più punti di vista, sempre originali e intriganti.

“C’è chi predilige un approccio analitico, chi ama sviscerare la natura profonda del contenuto musicale, chi è attratto dalle potenziali connessioni con altri ambiti.”

Parlare di musica classica sui social: come fare?

Come far arrivare i contenuti ai lettori è un’altra questione di non poco conto. “L’opportunità più grande che internet ci offre – riflette Simonelli – è quella di generare una comunicazione multimediale. Ad un testo si può accostare uno spartito, l’esempio di una registrazione o di un video per una fruibilità a molti livelli che porta il contenuto ben oltre la carta stampata.”

Inoltre, c’è la possibilità di creare contenuti, come meme o video, che si prestano a diventare virali e possono raggiungere un grandissimo pubblico. “Tutti strumenti che possono attrarre sulla musica un interesse e una curiosità trasversali anche da persone più distanti, per gusti, abitudini o cultura.”

simone pierini quinte parallelel

La strategia social di “Quinte Parallele”

Costantemente in evoluzione, attualmente la strategia di comunicazione di “Quinte Parallele” parte dalla rassegna di quanto viene pubblicato sul sito sui canali social attivi: Facebook e Instagram. Ma non si ferma qua.

“Pubblichiamo foto brandizzate e video per catturare l’attenzione del pubblico e facciamo un uso strategico in particolare delle storie su Instagram”.

Questo importante strumento per il giornalismo viene impiegato dai giovani giornalisti di “Quinte Parallele” sia per tenere aggiornati i lettori su ciò che viene postato, ma soprattutto in occasione di eventi dal vivo o interviste, per proporre brevi dirette.

Queste finestre sulle attività proposte sono preziose per rendere partecipe un pubblico che non può essere lì fisicamente, ma che si sente coinvolto e stimolato a commentare, scrivere o discutere.

L’interazione viene stimolata anche attraverso contest e quiz che, come ci spiega il direttore, colpiscono anche l’orgoglio del lettore che vuole dimostrare la propria conoscenza sull’argomento. “Spesso nascono anche discussioni dai toni pacati, ma molto interessanti.”

Infine, esiste un gruppo Facebook di “Quinte Parallele”, che si chiama “Dietro le Quinte” e conta più di 800 iscritti. Questo è uno spazio dove il dialogo è di casa.

Si parla, principalmente, d’attualità e temi che, altrimenti, potrebbero andare persi. “È una valvola di sfogo anche per contenuti più ironici che però, non di rado, generano discorsi profondi che si trasformano in articoli.”

Spazzare via gli stereotipi: il senso di “Quinte Parallele”

quinte parallele musica classica

È naturale, in conclusione, quale sia il senso profondo e l’obiettivo di realizzare una rivista sulla musica classica per i giovani sia online che cartacea.

Simonelli non ha dubbi: “Nel primo caso, l’esigenza della fruibilità immediata dell’informazione sempre a portata di smartphone e che può essere utile anche per cercare una curiosità su un brano o un musicista che ci ha affascinato. Il cartaceo (esistono tre numeri dedicati a tematiche specifiche) è un oggetto durevole, costruito con cura sia nei contenuti che nella grafica che va contro gli stereotipi che sostengono come i Millennials vogliano le cose solo usa e getta.”

Ai giovani (e non solo, garantisce Simonelli) interessa conoscere meglio la musica classica. La proposta di “Quinte Parallele” è quella di un prodotto editoriale che scardini le porte della “torre d’avorio” dove si nasconde, spesso volontariamente, l’elite, chiusa, di chi ama il genere.

“Fortunatamente posso affermare – conclude il direttore della rivista – che esistono persone che si avvicinano alla musica classica attraverso un’attività editoriale come quella di Quinte Parallele. Ci scrivono e commentano le attività, ringraziandoci per aver offerto una chiave di lettura a un’attività che potrebbe sembrare un esercizio di stile o uno status symbol. Un gruppetto di persone che fa ben sperare di riuscire, per quel che possiamo fare noi, di rompere il muro del pregiudizio.”

In altre parole, l’ambizioso obiettivo è, grazie ad una comunicazione giovane, internet friendly e competente, colmare la distanza che separa il fruitore di musica classica abitudinario e chi si tiene alla larga per via di una serie di pregiudizi che, una volta iniziato l’ascolto, potrebbero andare a cadere da soli. Irrealizzabile? Date un’occhiata agli articoli e ascoltate qualche brano commentato e raccontateci le vostre impressioni!

[Tutte le fotografie sono tratte dalla pagina Facebook di “Quinte Parallele”]

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