La reazione dell’Unione Europea per contrastare le Fake News

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Le Fake News sono sempre di più al centro dell’attenzione, anche nel dibattito politico internazionale.

Dopo l’annuncio di Facebook che dice di voler limitare la diffusione delle notizie false e dopo che si è scoperto che paesi come la Russia hanno provato ad influenzare il dibattito politico proprio attraverso queste tipologie di news, finalmente anche l’Unione Europea prova a reagire.

Cosa propone l’Unione Europea?

Per ora si tratta principalemte di propositi, che potranno essere calibrati e modificati soprattutto per combattere al meglio la diffusione delle fake news sui social.

La proposta non vuole per il momento essere vincolante ma offrire delle linee guida che possano essere seguite dai social media.

Per prima cosa è stata data una definizione di fake news, ovvero “informazione rivelatasi falsa, imprecisa o fuorviante concepita, presentata e diffusa a scopo di lucro o per ingannare intenzionalmente il pubblico e che può arrecare un pregiudizio allo stesso”.

fake newsSi ha quindi per la prima volta un’esplicitazione di quello che dovrebbe essere una fake news diffuso sul web e sulla carta stampata.

Un secondo passo proposto dall’UE, è quello di creare una rete indipendente di verificatori di notizie e far partire delle misure volte a promuovere un giornalismo di qualità e una sorta di”educazione ai media”.

L’intento della Commissione quello di monitorare l’attuazione del codice di condotta e, qualora i risultati non fossero in linea con le aspettative, agire con ulteriori azioni come obblighi e leggi.

Per combattere la disinformazione è stato inoltre chiesto di garantire la chiarezza in merito a sponsorizzazioni (che dovranno essere essere riconoscibili), dare più informazioni sul funzionamento degli algoritmi, di permettere verifiche da parte di terzi, prevedere l’accesso a fonti d’informazione che possano offrire punti di vista diversi ed infine una lotta severa e mirata contro account falsi e bot.

Queste ultime richieste sono nate proprio perché spesso vengono creati account che hanno il solo fine di far rimbalzare la notizia per renderla maggiormente credibile e condivisibile.

La strada da seguire è quella della formazione

Recenti fatti di cronaca e studi hanno dimostrato che molto spesso video e post virali vengono condivisi tramite messaggi privati e spesso questo accade tramite la famosa app di messaggistica Whatsapp.

Per questo la Commissione Europea si è posta come obiettivo anche quello di non limitarsi a regole, principi e attività di verifica, ma di promuovere la “alfabetizzazione mediatica”.

La volontà è quella di dare delle competenze utili per gli strumenti messi a disposizione dalle tecnologie digitali, come già fatto da Digital Education Action Plan, il Digital Competence Framework for Citizens e altre iniziative sulla media literacy.

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