Renoon: la piattaforma made in Italy per la moda green

Dal 2012, quando la Camera nazionale della moda italiana ha promosso il Manifesto per la sostenibilità nel settore del fashion, la sensibilità di brand e consumatori è notevolmente aumentata. Soltanto nell’ultimo triennio, le ricerche su Internet dell’espressione “sustainable fashion” si sono triplicate. Secondo McKinsey, multinazionale di consulenza strategica, un consumatore su tre è disposto a spendere di più per un prodotto che provochi minor impatto sull’ambiente. E’, soprattutto, la generazione Z, generalmente circoscritta tra il 1997 e il 2010, quella più attenta alle conseguenze sull’ecosistema dei comportamenti di acquisto.

Renoon è un innovativo motore di ricerca, fondato da quattro giovani imprenditori, tre italiani ed una olandese (ma italiana d’adozione) che si sono incontrati ad Amsterdam. La startup risponde alla necessità di quel segmento di mercato che esige vestire green, senza dimenticare lo stile. Nicolò Tresoldi, Gabriele Trapani, Iris Skrami e Piero Puttini sono stati in grado di aggregare in un’unica piattaforma la più vasta selezione di articoli eco-friendly al mondo, partendo da fasce di prezzo accessibili fino ad arrivare al luxury.

Ultimamente, siamo catturati da messaggi come “Compra questa collezione perché è sostenibile e conscious”. Tuttavia, spesso, non vengono fornite informazioni complete dai brand sul perché sia così.  Come consumatori abbiamo il diritto di poter trovare facilmente prodotti che abbiano realmente un minor impatto sull’ambiente e come Renoon svolgiamo un ruolo di intermediazione tra la domanda e l’offerta.

Iris Skrami, co-fondatrice di Renoon

Nel radar di brand storici

Oggi la piattaforma è una tra le top dieci aziende di tecnologia nel settore della moda ed è stata selezionata anche da Startupbootcamp, il programma internazionale di accelerazione per startup nel settore FashionTech, nato a Milano, di cui sono partner grandi gruppi, come Prada e Marzotto. Dietro al processo di selezione dei prodotti che finiscono nella piattaforma, c’è un’operazione di estrazione dei dati. Questi ultimi vengono messi a disposizione pubblicamente dai diversi marchi, con cui Renoon entra poi in partnership.

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I fondatori di Renoon

Come funziona Renoon

Lo strumento è accessibile online oppure sotto forma di app gratuita, da tenere a portata di smartphone. La ricerca può essere fatta inserendo una parola chiave nel motore – come si fa con Google – oppure selezionando un brand: da Stella McCartney alle sneakers vegane Yatay, passando per etichette meno di tendenza.

Il tool permette di trovare velocemente ciò di cui il consumatore green ha bisogno: dalla style inspiration alla comparazione di prezzi, per arrivare alle informazioni sui materiali di composizione di abbigliamento e calzature, in modo da garantire trasparenza sul rispetto dei valori etici. Attraverso questo processo di controllo, si consente a brand, anche piccoli e poco noti, e a produttori tessili di essere riconosciuti per il loro impegno nella ricerca di materiali veg, plastic free o con un minor impatto ambientale.

Il capo scelto dall’utente, poi, si può acquistare direttamente sul sito. Una sezione è interamente dedicata ai prodotti di seconda mano. “Attualmente su Renoon – affermano i fondatori – c’è solo la parte femminile, perché costituisce il target principale in questi casi. Tuttavia, sta crescendo l’interesse anche da parte di un pubblico maschile. Per noi è importante costruire questo progetto con i nostri utenti, così da perfezionare il sito”. 

Il glossario della moda sostenibile

Di recente, Renoon ha lanciato il proprio glossario del fashion sostenibile, un valore aggiunto alla piattaforma, allo scopo di spiegare il significato delle parole legate a questo settore in evoluzione. Un dizionario digitale in continuo aggiornamento che conta, per adesso, 43 voci riguardanti materiali, modi di consumo e trend relativi alla sostenibilità.

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Il glossario di Renoon

Missione ambiente

Renoon dà un contributo notevole nell’accelerare il processo di trasformazione della moda verso la compatibilità con l’ambiente, un’esigenza che le nuove generazioni sembrano aver compreso. Il criterio di selezione dei brand che si trovano sulla piattaforma si basa su quattro pilastri: prodotto, terra, umanità e futuro. Lontani i tempi in cui “green” significava sciatto, c’è da augurarsi che anche i grandi stilisti aderiscano a questa tendenza. Quasi tutti hanno già rinunciato, per esempio, a produrre pellicce vere e pare che il mercato non ne abbia nostalgia. Anche nell’alta cosmesi si cerca di non testare più i prodotti sugli animali e, spesso, si rinuncia al profumo che, tra l’altro, fa aumentare notevolmente il prezzo.

La rivoluzione è in atto. Vedremo dove ci porterà.

Una pubblicità di Stella McCartney
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