La verità sull’invasione delle Fake News in Indonesia

Confermando quella che sembra essere ormai una tendenza globale, le fake news stanno creando qualche problema anche in Indonesia.

Gli articoli apparsi su siti web non verificati hanno recentamente assunto un ruolo centrale.

Sembra che gli Indonesiani amino parlare e condividere storie ma purtroppo molti di loro non sappiano distinguere tra fatti reali e bugie. La violenza, il sesso, il dramma, l’intrigo e il mistero sono gli argomenti più interessanti e discussi.

Così i chierici indonesiani si apprestano ora a lanciare una fatwa contro le “bugie” dopo che una serie di “fake news” sui social media ha preso di mira le minoranze cinesi e cristiane.

Esiste una crescente preoccupazione su questo tema nel paese musulmano più popoloso al mondo – soprattutto dal momento che sembra alimentare tensioni etniche e politiche.

Ecco alcune notizie false apparse degli ultimi mesi:

  • un articolo che spiegava come la Cina stia usando semi di peperoncino contaminati per lanciare una guerra biologica contro l’Indonesia
  • un articolo che denunciava la progettazione di nuove note monete contenenti un’immagine della falce e martello,
  • un articolo che certificava l’invasione dell’Indonesia da parte di dieci milioni di migranti cinesi (il governo dice che il loro numero è in realtà 21.000).

Joko Widodo, presidente indonesiano e oggetto di numerose fake news virali, ha risposto a quest’ultima affermazione così: “Dieci milioni è il numero di turisti cinesi che speriamo verrà in Indonesia”.

Un punto di vista diverso è quello che lega il successo delle fake news in Indonesia al fatto che la popolazione non sia abituata al dissenso e alla democrazia.

 

Infatti le campagne di notizie false hanno portato anche a proteste pubbliche.

La diffusione delle notizie false cade nel bel mezzo di tensioni crescenti in vista delle elezioni governative di settimana prossima.

L’Indonesia, che ha una popolazione di circa 260 milioni, ha una storia di paranoie anti-cinesi e grandi pregiudizi che hanno portato spesso alla violenza e disordini. Nel 1998, circa 1.000 persone sono morte nel corso di una due giorni di rivolte anti-cinesi orribili alimentate dalla recessione economica e scarsità di cibo.

Il Consiglio Ulema non è un organo ufficiale dello Stato e le sue fatwa non diventano automaticamente leggi in Indonesia, ma possono spesso influenzare il comportamento pubblico o incoraggiare procedimenti penali.

Altre tipologie di fatwa vengono invece sostanzialmente ignorate. Un celebre esempio ne è la recente fatwa che ha imposto il divieto di usare Facebook.

Il governo ha dichiarato che progetta di creare una nuova agenzia per combattere le fake news e una campagna pubblica ha invitato gli utenti di Internet di non condividere o diffondere bufale.

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