Marketing inclusivo: 4 esempi di aziende italiane che lo usano

Il marketing inclusivo (inclusive marketing) mira a rappresentare e raggiungere una vasta gamma di pubblici, inclusi quelli tradizionalmente sottorappresentati o esclusi dalle campagne pubblicitarie mainstream (di massa). Ma la pubblicità inclusiva è efficace?

Microsoft ha condotto un sondaggio un paio di anni fa, rilevando che il 70% dei giovani si fida maggiormente dei brand che rappresentano la diversità nelle proprie campagne. Inoltre, negli ultimi anni il tema dell’inclusività è sempre più dibattuto e centrale in ogni contesto della società. Oggi le aziende non possono ignorare questo dato e devono includere strategie di marketing inclusivo nelle proprie campagne. Imparando a comunicare la diversità, se vogliono raggiungere un target sempre più ampio.

Cos’è il marketing inclusivo

Potremmo definire l’inclusive marketing come una strategia di marketing che mira ad essere inclusiva e rispettosa della diversità a 360°. Internamente all’azienda stessa ed esternamente, dunque per esempio in ottica pubblicitaria. Ma, in sostanza, si tratta di un metodo di promozione e comunicazione che ha lo scopo di raggiungere un pubblico eterogeneo, considerando le diverse esigenze, preferenze e identità dei consumatori. La pubblicità inclusiva cerca infatti di creare una rappresentazione equa e rispettosa di tutti i gruppi demografici. E questo al fine di costruire relazioni di fiducia e fedeltà con i clienti, sia effettivi che potenziali.

In generale questo tipo di marketing punta su una comunicazione più equa e rappresentativa, in cui tutte le persone si sentono viste e valorizzate. Questo si può ottenere, ad esempio, attraverso la diversità nella rappresentazione dei personaggi, la scelta degli influencer e la creazione di messaggi accattivanti per un pubblico differenziato. Senza dimenticare l’importanza di essere inclusivi sui social che sono, inutile ribadirlo, lo strumento principe per aprire un dialogo diretto con il pubblico.

Come fare inclusive marketing

Per fare inclusive marketing bisogna essere in grado di raccontare e comunicare la diversità in modo reale e autentico. Dunque bisogna partire prima di tutto da ciò che si conosce e si comprende, per poter poi ampliare il target a cui ci si rivolge e che si vuole rappresentare. Ad esempio è difficile che possa parlare di parità di genere un’azienda che non impiega lavoratrici o in cui le donne sono in minima percentuale.

Una volta individuate le identità che si intende rappresentare, occorre poi capire quali sono le forme di comunicazione più adatte per quel target così come i temi più attuali e rilevanti. Dunque bisogna prima di tutto indagare come queste identità e temi vengono rappresentati nella comunicazione, quali sono i loro bisogni e le loro aspettative, chi ne parla e come. Si tratta di dati indispensabili per poter progettare una strategia di marketing inclusivo efficace e mirata.

Per farlo è utile servirsi di strumenti di monitoraggio e media intelligence con i quali raccogliere e analizzare dati reali relativi ai risultati, al sentiment, al valore pubblicitario e al pubblico potenziale, per esempio.

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Esempi di marketing inclusivo in Italia

Sono diverse le aziende che offrono interessanti esempi di marketing inclusivo. Basti pensare alla campagna Home Pride Home lanciata, lo scorso anno, da Ikea in occasione della Giornata contro l’omofobia, la bifobia e la trans fobia, e in vista del Gay Pride 2022, a sostegno della comunità LGBT+ . Anche in Italia sono molti i brand che hanno scelto di utilizzare la pubblicità inclusiva nelle proprie campagne.

Vediamo 4 esempi di campagne di inclusive marketing lanciate da aziende italiane:

Benetton

Tra le prime aziende italiane a comprendere l’importanza e la portata del marketing inclusivo, nel 1991 lancia la campagna United Colors of Benetton. L’ obiettivo è promuovere l’inclusione e la diversità attraverso la rappresentazione di persone di diverse etnie, religioni e orientamenti sessuali. La campagna è stata promossa attraverso affissioni, pubblicità televisiva e su riviste, e ha mostrato come la diversità e l’inclusione sono alla base dell’identità dell’azienda e che possono essere rappresentate in modo accattivante e provocatorio, attraverso l’uso di immagini e messaggi forti. Nel corso degli anni, Benetton ha continuato a promuovere la diversità e l’inclusione attraverso le sue campagne pubblicitarie e iniziative sociali.

Barilla

Tra gli esempi di marketing inclusivo, la campagna A Tavola con Tutti, lanciata nel 2018, ha avuto come obiettivo quello di promuovere l’inclusione dei disabili nella società. L’idea era quella di mostrare come i prodotti Barilla possono essere utilizzati da tutte le persone, indipendentemente dalle loro abilità. Ma aveva anche una finalità sociale. Attraverso la condivisione delle storie e delle esperienze di persone con disabilità, la campagna ha mostrato anche come i disabili possono essere attivi e partecipi nella società. E come le barriere architettoniche e culturali debbano essere abbattute. La campagna ha incluso anche un’iniziativa di raccolta fondi per supportare associazioni che si occupano proprio di disabilità e inclusione. E al contempo Barilla ha adottato misure per rendere i propri stabilimenti e punti vendita accessibili ai disabili, dimostrando così il proprio impegno reale e a lungo termine nell’inclusione.

Ferrero

Anche Ferrero ha puntato sulla pubblicità inclusiva e sulla disabilità quando ha lanciato la campagna Ferrero Inclusion nel 2019. In questo caso il brand ha scelto di rappresentare persone disabili che lavorano all’interno dell’azienda, condividendo le loro esperienze attraverso i social media e la partecipazione ad eventi e iniziative. La campagna ha così mostrato come Ferrero è impegnata nell’inclusione dei disabili e come valorizza il contributo che essi possono dare all’azienda. Inoltre, è stata esempio di come il marketing inclusivo può essere utilizzato per creare una maggiore consapevolezza e accettazione della diversità e dell’inclusione, e per promuovere un cambiamento positivo nella società.

Coop

Con il progetto Close the Gap, avviato nel 2018, Coop ha lanciato una serie di campagne di marketing e iniziative per promuovere la parità di genere, la sostenibilità e l’inclusione, e ridurre le disuguaglianze socio-economiche e di genere all’interno della catena di fornitura dei propri prodotti. Attraverso diversi spot l’azienda ha mostrato persone di diversa età, razza, genere e orientamento sessuale mentre fanno la spesa insieme o lavorano in un negozio Coop, e persone con disabilità che fanno acquisti nei supermercati della catena. In questo modo Coop ha dimostrato che tutti sono i benvenuti nei propri negozi e che l’uguaglianza è un valore fondamentale per l’azienda.

 

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